La fisioterapia, il fisioterapista.
La fisioterapia è il mio lavoro e la mia passione. Nessuno credo sia in grado di spiegare tutto quello che c’è dietro questa professione meravigliosa, qui ne leggerete una piccola parte, derivante dalla mia esperienza. Di fisioterapia ne parla oggi l’inserto sanità del sole 24 ore, di cui vi allego l’articolo.
Una scienza che previene, cura e insegna.
La fisioterapia è una professione, nello specifico una professione sanitaria, che cura. La medicina è una scienza e così la fisioterapia, dalla quale essa deriva e ne è la spontanea continuazione. Scienza perché di salute si tratta, e con la salute non ci si può improvvisare. Scienza vuol dire metodo scientifico. Il metodo scientifico è qualcosa che ci permette di curare la persona nella sua individualità al meglio mettendo insieme gli sforzi e la dedizione di migliaia di studiosi, fisioterapisti e non. Il metodo scientifico mette insieme l’esperienza e le capacità individuali della fisioterapia e dei fisioterapisti insieme al massimo che la scienza medica studia e sviluppa quotidianamente.
L’intervento della fisioterapia avviene in diverse fasi della vita e in diverse fasi del decorso di una malattia, attaverso la prevenzione, la cura e la riabilitazione.
La fisioterapia appartiene al fisioterapista, è sua titolarità e sua esclusività. Il fisioterapista è quindi un laureato in fisioterapia o fa parte di vecchie categorie sanitarie (il massofisioterapista, il terapista della riabilitazione) che sono state integrate nella nuova figura.
Un professionista, uno scienziato, una persona.
Il fisioterapista prima di tutto è un professionista. La parola è importante perché comporta un atteggiamento verso il proprio lavoro. La fisioterapia è la sua professione, la studia e la rispetta, ne promuove gli aspetti positivi e innovativi e facilita l’eliminazione delle pratiche inutili e obsolete.
Un fisioterapista non usa (solo) le mani, usa il cervello. E’ una professione con una fortissima componente cerebrale, di ragionamento e di pianificazione. Un fisioterapista non può mettere mani senza aver prima letto, ascoltato, interpretato e ragionato. Un fisioterapista è bravissimo a usare le mani, ma soprattutto è bravissimo a fare usare le mani al paziente, il suo principale scopo è ridare l’autonomia.
Fa ricerca ogni giorno, verifica sul campo le nuove scoperte e si confronta con i colleghi ricercatori, partecipa a convegni, corsi e seminari con altri professionisti della riabilitazione e i medici. Il fisioterapista studia l’adozione di nuove tecniche ma anche di nuovi strumenti terapeutici, insieme a ingegneri e progettatori.
Raggiunge la sua massima espressione quando trova le tecniche che meglio si sposano con le sue caratteristiche e quelle del paziente. Un fisioterapista sarà più bravo nel motivare con le parole, un altro scegliendo gli esercizi giusti. Un fisioterapista preferirà lavorare con i bambini, un altro con gli sportivi e un altro ancora con le malattie degenerative.
La terapia manu-fasciale, la terapia del movimento
Due parti a volte inscindibili del trattamento, a volte la soluzione è solo una delle due. La prima agisce passivamente, sull’hardware del nostro corpo, le ossa, i muscoli, la fascia, i legamenti. La seconda riprogramma il software, il cervello, ma anche i suoi strumenti periferici, come i recettori, i nervi. Sono due etichette ma di fatto stiamo parlando di fisioterapia, con tutta la scienza, l’esperienza e il valore della persona che ne deriva.
La fisioterapia: tanti ambiti di intervento
Un fisioterapista lavora su tante macroaree patologiche. Io lavoro principalmente nell’area ortopedica, che racchiude essa stessa diversi micro universi:
- problemi posturali o di movimento
- artrosi e post chirurgia protesica
- tendiniti
- traumi (distorsioni, lesioni muscolari)
- dolore (scatica, nevralgie, dolore centrale)